Home

La Parola del Parroco

Quale digiuno oggi Dio chiede alla Chiesa?

Ciao! Mentre leggi questo breve testo da qualche giorno siamo entrati nel tempo della Quaresima.
Per chi ha una certa età – diciamo sopra i cinquant’anni -questo tempo liturgico, non solo richiama ‘qualcosa’ che dura 40 giorni, ma restituisce parole come imposizione delle ceneri, sacrifici, fioretti e impegni da mantenere, opere di carità, fedeltà alla Messa della domenica e, soprattutto, la Confessione prima della celebrazione della Pasqua.
E come non dimenticare il testo che da decenni nella nostra Chiesa Ambrosiana costituisce quasi la porta di ingresso in questo tempo che prepara alla Passione, Morte e Risurrezione del Signore Gesù: il famoso brano delle tentazioni dove lo stesso Figlio di Dio è chiamato a lottare contro il tentatore per eccellenza, Satana. Insieme al testo del Vangelo di Matteo, la liturgia ci propone – come prima lettura – un testo del profeta Isaia, tra i più incisivi della sua missione in mezzo al Popolo di Israele. Anche se leggiamo un passo che troviamo quasi alla fine del suo libro, vale la pena ricordare che questo profeta, fin dall’inizio, ha chiesto al suo popolo di domandarsi il senso delle ‘cose’ che facevano nel Tempio. Lo fa alla sua maniera, lo fa con stile e la forza della ‘parola profetica’, lo fa soprattutto con la consapevolezza di parlare a nome di Dio.
E quindi è Dio a chiedere – e oggi a chiederci: “Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero, dice il Signore? Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità”. E il testo che abbiamo letto qualche giorno fa sembra essere ancora più forte: “È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?”. Possiamo veramente chiederci, con un po’ di franchezza, se è questo il digiuno dell’uomo e della donna che sono stati chiamati ad essere credenti e discepoli del Signore, se è questa la Quaresima di quella Chiesa che è stata mandata ad annunciare ai popoli il Vangelo del Signore, e quindi di quel Popolo di Dio che ha condiviso con tutta l’umanità il dramma della pandemia da Covid-19. E’ questo il digiuno di quella Chiesa che, in un’Europa che pensavamo avesse ancora ‘radici cristiane’, si trova a vivere il dramma della guerra combattuta ferocemente da uomini e soldati che hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo.
Possiamo chiederci, come singoli e come comunità, quali digiuno e quale sacrificio il Padre del Signore nostro Gesù Cristo chiede oggi alla sua Chiesa? Vorrei brevemente richiamare, a me che sto scrivendo, a te che stai leggendo e all’intera nostra Comunità Pastorale, qualche gesto condiviso, una parola che non sia scontata e non sappia di vecchio, un impegno da condividere con il vicino di casa o con il collega di lavoro.
Mi sembra importare in richiamo del nostro Vescovo Mario a un gesto che ha la forma di un vero e proprio APPELLO ai potenti, ai politici, ai diplomatici, alle chiese e alle religioni dal titolo: NOI VOGLIAMO LA PACE. Chi desidera aderire a questo appello – sarà possibile dal 26 febbraio al 2 aprile – lo faccia inserendo questo indirizzo web: https://embedrd.ircmi.it/node/305 e indicando nome, cognome e luogo di residenza. E non dimentichiamoci delle popolazioni colpite dal terremoto: anche per loro e con loro siamo chiamati a presentare OFFERTE UTILI!!!

don Maurizio