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La Parola del Parroco

“I vostri nomi sono scritti nei cieli”
È dall’inizio dell’anno che i nomi di Carlo Acutis e di Piergiorgio Frassati ritornano spesso nei nostri avvisi e nelle proposte rivolte alla nostra Comunità Pastorale.
Il Giubileo della Speranza – che abbiamo iniziato a Natale del 2024 – prevedeva fin da subito la loro canonizzazione. Papa Francesco aveva pensato a due domeniche distinte: il 27 aprile per il giovanissimo Acutis mentre per il ventiquattrenne Frassati era prevista per il 3 agosto in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù.
Papa Leone ha cambiato la proposta, e per entrambi la canonizzazione è avvenuta la scorsa domenica 7 settembre. Possiamo dire che i loro ‘nomi’ sono diventati il titolo di tante chiese italiane – e non solo – e di sempre più Oratori, per non parlare di libretti di preghiera, di proposte educative, di libri, magliette, felpe e un’infinità di altri gadget che l’intelligenza e la fantasia cattolica sanno produrre molto bene in queste e in altre occasioni.
Sono anche convinto che la visibilità dei loro nomi – e dei loro volti, che tutti abbiamo potuto vedere domenica mattina sulla facciata della Chiesa di San Pietro – ci aiuti a fare qualche considerazione a proposito di una piccola ma significativa affermazione del Signore Gesù che troviamo nel Vangelo di Luca al capitolo 10. Ai 72 discepoli, che sono appena tornati dal loro primo viaggio dove, a due a due, hanno annunciato il vangelo del regno di Dio, Gesù chiede di rallegrarsi perché “i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Questa parola di Gesù sembra fuori dal mondo, ed è effettivamente un’audace incursione oltre il perimetro della storia umana. Ma come si può osare, nel 2025, di ‘sbirciare’ sopra le cose terrene? L’orizzonte della vita si è così abbassato che tutti avvertiamo sulle nostre spalle il peso delle guerre, di massacri, di atrocità assurde, di gente che muore solo perché è in fila a prendere del pane!! Se i nostri nomi – insieme a quelli di Carlo e di Piergiorgio – sono scritti nei cieli è proprio perché la terra ne riconosca il valore. Se i nostri nomi fossero scritti solo sulla terra non ci sarebbe memoria durevole se non per i grandi, i potenti e gli eroi, i cui nomi sono incisi nei libri e sulle lapidi. Ma l’immensa schiera dei semplici, dei dimenticati e calpestati, dove sarebbe finita? Ricordare i SANTI – e non solo i defunti – per chi crede nel Dio della vita significa sollecitare la “memoria” di Dio, nel cui infinito registro i nomi di tutti, anche degli invisibili, sono scritti con inchiostro indelebile.
La fede cattolica sa bene che la morte – ogni morte – è l’ingresso nel Cristo risorto: non recide dunque i vincoli ma li ridefinisce! Il mistero della “comunione dei santi” lega la Chiesa pellegrina a quella in via di purificazione. Perché sia davvero invocazione, e non solo intimistico ricordo, la preghiera per i Santi va estesa anche a tutti coloro che, nella loro fragilità e semplicità, hanno vissuto e messo in pratica il Vangelo del Signore: veramente “i loro nomi sono scritti nei cieli”, e solo Dio ne ha la memoria eterna. La nostra fede continua ad invocare il nome di Maria, di san Giuseppe, di san Francesco, di sant’Antonio, e per i nostri piccoli i loro Angeli Custodi: personalmente anche il mio omonimo san Maurizio.
Ma ce ne sono anche altri, vicinissimi a noi, spuntati alla vita nel grembo di una donna e giunti alla fede per cammini che nessuno conosce. Perché ciò che è impossibile agli uomini è possibile al Dio dei cieli custodire i nomi di tutti!
Don Maurizio